ORARI

  Giovedì 30/05   Ore 21,00
     
  Sabato 01/06   Ore 21,00  
     
  Domenica 02/06   Ore 18,30

 






 




 


Un film di
ROBERTO MINERVINI

Cast : Jeremiah Knupp - René W. Solomon - Cuyler Ballenger
Noah Carlson - Judah Carlson - Tim Carlson

Italia/Usa - Durata 90' - Drammatico/Storico

Miglior Regia 'Un Certain Regard'
al Festival di Cannes 2024

Un film di finzione, storico, in costume,
che non sacrifica il realismo, l'immediatezza e l'intimità.

I dannati di Minervini per riflettere sulla guerra

SITO Lucky Red del Film

 

La STORIA : Inverno 1862.  Nel pieno della guerra di Secessione, l’esercito degli Stati Uniti invia ad ovest una compagnia di volontari con il compito di perlustrare e presidiare le terre inesplorate.  La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del proprio viaggio verso la frontiera...

Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes, il film I dannati arriverà subito nelle nostre sale. Attraverso un episodio storico della Guerra di Secessione, riflette sui conflitti e sulle loro implicazioni.

L’ambiguità morale della guerra :

Ambientato nel cuore dell'inverno del 1862, durante la Guerra di Secessione americana, il film
I dannati segue una compagnia di volontari dell'esercito degli Stati Uniti inviati a esplorare e pattugliare le regioni inesplorate dell'Ovest americano. Con un cambiamento improvviso della loro missione, i personaggi si ritrovano a interrogarsi sul vero significato del loro impegno e della guerra stessa. Minervini descrive il film come un viaggio che va oltre la semplice narrazione bellica, esplorando le profondità umane e le contraddizioni di un conflitto storico.
Il film
I dannati mette in scena un gruppo di soldati, mercenari spesso reclutati senza una chiara comprensione della causa che stanno difendendo. Isolati nel selvaggio Montana, questi uomini lottano per trovare un senso nella loro missione, affrontando un ambiente ostile tanto quanto i conflitti interni. Minervini sottolinea il loro isolamento e la lontananza dalle zone più centrali del conflitto, permettendo agli spettatori di vedere la guerra da una prospettiva marginale, quasi come osservatori esterni della loro stessa lotta.
Il regista si immerge nei temi della memoria storica, delle radici culturali della divisione nord-sud, e della persistenza di problematiche legate a razza, classe sociale e religione, tutte radicate nella Guerra di Secessione.
I dannati esplora l'ambiguità morale della guerra, sfidando l'idea dell'eroismo e del sacrificio spesso glorificati nei racconti bellici tradizionali. Minervini critica, infatti, la tendenza a sacralizzare la guerra, sottolineando come essa sia intrinsecamente disumanizzante.

Riflessioni del Regista :
Roberto Minervini, nel pressbook internazionale del film
I dannati, discute il suo approccio unico alla narrazione, che fonde tecniche documentaristiche con la finzione cinematografica. Il regista utilizza situazioni di finzione per trascendere la semplice rappresentazione e immergere gli attori e il pubblico in un'esperienza emotiva e storica profonda. Lui stesso afferma: "Non ho mai creduto nella rappresentazione convenzionale della guerra, con i suoi archetipi di eroismo e sacrificio. Volevo esplorare la guerra come qualcosa che trascende la semplice divisione tra bene e male".
I dannati
si distingue per un approccio stilistico che privilegia l'immersione sensoriale e emotiva piuttosto che la narrazione lineare. Minervini descrive il suo processo di lavoro come estremamente collaborativo e aperto, permettendo agli attori di contribuire significativamente alla costruzione dei loro personaggi e alla dinamica di gruppo. La scelta di girare in esterni e con condizioni meteorologiche difficili ha anche aggiunto un livello di autenticità e sfida fisica al processo di produzione.
Con
I dannati, Roberto Minervini non solo racconta un episodio storico, ma invita anche a una riflessione più ampia sulla natura della guerra e sulle sue rappresentazioni nel cinema. Il film si propone di sfidare le percezioni convenzionali, offrendo una visione critica e umanizzante di un evento storico che continua a influenzare la società americana contemporanea.     (Pietro Cerniglia - www.thewom.it)

La RECENSIONE di Cinematografo (Gian Luca Pisacane) :
C’era una volta il West, territorio di frontiera e di conquista, alba di una nazione e letale cavalcata di pistoleri feroci. Bazin scriveva: “Al di là delle epoche e del valore dei singoli film, la portata mitopoietica del western risiede nella sua capacità di fornire un’interpretazione che agisce tanto sull’asse della Storia quanto su quello dell’individuo, e di articolare una riflessione sul tempo e sullo spazio, sul paesaggio e sulla comunità: per questo, nello sguardo dell’eroe che si confronta con l’Altro, l’America rispecchia il suo sogno e incontra il suo destino”.
In queste parole si incastona I dannati di Roberto Minervini, presentato a Cannes in Un Certain Regard. Il regista abbraccia il cinema di finzione, immergendosi nel genere fondativo per eccellenza. L’obiettivo è rielaborare, frammentare, per poi creare un’epopea in controtendenza. Ma restando sempre fedele al genere, a Bazin.
Viene evocata la Guerra di Secessione. Una pattuglia dimenticata deve controllare il confine, irto di pericoli. “Un’interpretazione che agisce tanto sull’asse della Storia quanto su quello dell’individuo”, che per Minervini diventa il rifiuto dell’essere umano verso il conflitto. Siamo nel passato, ma si guarda al presente. Perché combattere? Qual è il senso della violenza? Bisogna inseguire la pace. È così che si articola la “riflessione sul tempo e sullo spazio, sul paesaggio e sulla comunità”. Il sogno dell’America si spegne e, ragionando sull’oggi, quello di tutto l’Occidente.
I dannati
omaggia i classici, per poi discostarsene, farsi moderno. La macchina da presa si incolla ai corpi dei protagonisti, martoriati dalle intemperie e dai proiettili. I dannati è un western intimista, spietato, sospeso tra le praterie e la neve. Minervini abbandona il documentario, ma non perde lo sguardo politico, sociale, che lo ha sempre caratterizzato. E ancora una volta dà voce agli ultimi, non si ferma davanti alle apparenze.
Che cosa fare quando il mondo è in fiamme? Il titolo del suo film precedente risuona ancora potente. E la risposta arriva da un gruppo di coraggiosi in divisa che invocano il diritto di stare al mondo. Sorprendente, I dannati è un’epopea pacifista, un cavalcarono insieme senza ritorno, una disperata carica per difendere una nazione con uno stendardo che non sventola più.