* F I L M - E V E N T O *

MARTEDI 11 FEBBRAIO ore 21,00
In Versione Originale Sottotitolata

In collaborazione con Amnesty - Piacenza



 

Di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor

Palestina/Norvegia  - DocuFilm - 96 minuti

NOMINATION OSCAR 'Miglior Documentario'

PREMI 'MIGLIOR DOCUMENTARIO' :
Al Festival di Berlino
European Film Award

Gotham Independent Film Awards
National Society of Film Critics Award
New York Film Critics Circle Award
National Society of Film Critics Award
 

Quattro attivisti adottano un linguaggio in sintonia con il loro tempo, dando vita a un racconto sofferto che supera la semplice narrazione per trasformarsi in qualcosa di più viscerale.
"Abbiamo filmato, scattato foto e scritto, e abbiamo pensato che fosse molto importante fare questo documentario per presentarlo al pubblico, soprattutto nel mondo occidentale, dove le persone non sanno chi e cosa i loro governi stiano sostenendo."

La RECENSIONE di SentieriSelvaggi :   Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al 74° Festival di Berlino dove ha vinto il premio per il Miglior Documentario e il Premio del Pubblico nella sezione Panorama, il documentario No Other Land arriva nelle sale italiane. Realizzato da quattro giovani attivisti palestinesi e israeliani – Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor – il film israelo-palestinese racconta, giorno dopo giorno e violenza dopo violenza, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano.

Inevitabilmente, quando il cinema esplora a fondo le ferite purulente dei conflitti, le reazioni si dividono tra il rifiuto totale di una causa legittima e il tentativo di comprendere le radici profonde che hanno dato origine al conflitto stesso. No Other Land, invece, è un film che, come nessun altro, ha in se stesso la propria giustificazione. Girato in condizioni di pericolo, in quel lembo di –terra di nessun altro- durante un invasione militare israeliana, il racconto non concede spazio a lunghe riflessioni e ci trascina direttamente nel cuore del conflitto, e mentre Farha aspettava e guardava il mondo esterno attraverso delle fessure, come se le case di Masafer Yatta crollassero attorno a noi. Al centro, la straordinaria figura di Basel, che corre col fiato corto schivando pallottole e si nasconde dietro le rocce in attesa che il nemico si dilegui. Intorno a lui, le figure inconsapevolmente cariche di valore simbolico del giornalista israeliano Yuval e la sua dignità brutalmente calpestata, le donne che si disperano e i bambini che tremano mentre le ruspe demoliscono la loro scuola. I giovani attivisti filmano e poi postano tutto, nella speranza (e nell’illusione), come dice Basel, che il paese ‘salvifico’, arrivi a liberare, proteggere o migliorare una situazione critica.

I quattro autori attivisti adottano un linguaggio in sintonia con il loro tempo, registrando la cruda realtà con camcorder VHS e con cellulari che diventano armi di resistenza, immersi in uno spazio polveroso che diventa il loro palcoscenico. Data la disperata esigenza di verità che non esita a mettere in luce le profonde piaghe di un contesto sociale e politico afflitto da problemi endemici, No Other Land può essere considerato un’opera che fa proprie le caratteristiche distintive del neorealismo italiano del dopoguerra. Il filo diretto con Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini risiede nella capacità di raccontare, con un linguaggio crudo, le atrocità di un conflitto attraverso la resistenza di una comunità oppressa. Il capolavoro neorealista documenta la brutalità del regime nazista attraverso momenti di disperazione, mostrandoci l’impatto devastante della guerra su una città e sui suoi abitanti, come allo stesso modo No Other Land mostra le violenze subite dalla comunità palestinese, dalle demolizioni, fino alla sofferenza dei più vulnerabili, come donne e bambini, con un racconto sofferto che va oltre la semplice narrazione per diventare qualcosa di più viscerale e autentico. Un continuo interrogarsi su come un singolo individuo possa fare la differenza. “Cosa possiamo fare?” chiede il giornalista Israeliano Yuval a Basel, che risponde: “Possiamo solo continuare a filmare.”

La regista giordana Darin J. Sallam aveva già affrontato il tema della nakba (l’esodo forzato della popolazione arabo-palestinese) nel suo film d’esordio Farah (2021), che raccontava i sogni di un’adolescente distrutti dalla violenza. Ma Farah è ambientato nel 1948, e dopo più di mezzo secolo ciò che più colpisce è che il tempo in cui è ambientato No Other Land è il presente, e lo spazio è ancora quella barriera tra Cisgiordania e Israele, dove, proprio come allora - e tuttora anche nella Striscia di Gaza - giorno dopo giorno, si polverizzano i sogni, si disperdono le speranze e si spengono le illusioni.                                          (Matteo Di Maria)

 


* F I L M - E V E N T O *

MARTEDI 18 FEBBRAIO ore 21,00
In Versione Originale Sottotitolata

MERCOLEDI 19 FEBBRAIO ore 21,00
In Versione Doppiata




Cina - Drammatico - 89' minuti
 

In The Mood For Love - 4K, capolavoro di Wong Kar-Wai, di nuovo al cinema con Lucky Red in occasione del suo 25° anniversario come evento in Febbraio.

Il film, ormai cult assoluto, è stato presentato nel 2000 al Festival di Cannes, dove ha ottenuto il premio per la miglior interpretazione maschile a Tony Leung e il Gran Prix per la fotografia di Christopher Doyle ed è stato restaurato nel 2021 dall'Immagine Ritrovata di Bologna e dalla Criterion, sotto meticolosa guida del regista. 

Sinossi : Hong Kong, 1962. Chow (Tony Leung), redattore capo di un quotidiano locale, trasloca con sua moglie in un nuovo appartamento situato in un immobile abitato per lo più da persone della comunità di Shanghai. Incontra Li-zhen (Maggie Cheung), una donna giovane e molto bella  che si è appena trasferita lì insieme a suo marito. La donna lavora come segretaria in una ditta di esportazioni, mentre suo marito è rappresentante per conto di una società giapponese, pertanto viaggia frequentemente per affari. Dato che anche sua moglie è spesso fuori casa, Chow trascorre molto tempo in compagnia di Li-zhen. Si ritrovano spesso a giocare a mah-jong o a discutere degli ultimi pettegolezzi. Chow e Li-zhen diventano molto amici, fino a quando scoprono che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione...