Per la prima volta al Cinema ...
in Versione 4K

L'UOVO DELL'ANGELO

 

Domenica 7/12    Ore 21,30
Lunedì 8/12          Ore 19,30

Martedì 9/12         Ore 21,00
in V
ersione Originale Sottotitolata


 


 

 

 


Titolo Originale 天使のたまご
Regia
Mamoru Oshii



Genere: Animazione/Filosofico
Giappone - 1985 - 71 minuti

 

Guarda L'uovo dell'angelo (1985) - il miglior anime che probabilmente non hai mai visto.

Uno dei più grandi film anime di sempre


Una delle opere d’animazione nipponiche più conturbanti e difficili da interpretare nel suo insieme di onirismo, simbolismo e messaggi da decodificare.

Era il quando 1985 e Mamoru Oshii insieme a Yoshitaka Amano concepirono un film d'animazione profondamente autoriale e ricco di significati. A quarant'anni di distanza questo capolavoro torna in sala. Ecco qualche buon motivo per approfittare dell'evento.
Sono passati quarant'anni dalla produzione di un lungometraggio che fonde sperimentazione, misticismo e cinema d'autore; una storia a lungo bistrattata ma che pian piano è diventata un'opera di culto per tutti gli amanti dell'animazione. Stiamo parlando de
L'uovo dell'angelo, film nato dalla collaborazione tra Yoshitaka Amano, noto ai più per le sue illustrazioni di Final Fantasy (ma animatore e illustratore eclettico e riconoscibile) e Mamoru Oshii, celebre regista di Patlabor, Ghost in the Shell e Lamù.

Una bambina solitaria vaga per
un mondo in declino proteggendo un gigantesco uovo. Il luogo in cui si muove, infatti, è poco più che una città in rovina dove vagare per ore o giorni alla ricerca di cibo acqua e risorse. Un giorno, però, incontra un ragazzo che ben presto, dopo lo spavento iniziale, diventerà suo compagno di viaggio. Le intenzioni del giovane, non sono chiare, è un tipo taciturno, misterioso e non parla mai di sè.
Il loro peregrinare apre allo spettatore la vista su
paesaggi suggestivi e decadenti, dove l'occhio si perde nei particolari più piccoli e apparentemente insignificanti eppure caratterizzati con una precisione maniacale in una storia che con il suo lento respiro offre l'occasione di godere di ogni dettaglio in grado di racchiudere mille significati.
L'uovo dell'angelo, infatti è una pellicola sfacciatamente autoriale che fonde alla perfezione misticismo, religione e atmosfere post apocalittiche, senza sforzo ma con
un worldbuilding enigmatico eppure sorprendentemente convincente. La regia di Mamoru Oshii utilizza i movimenti di macchina per creare suggestioni e inquietudini, per farci addentrare in stanze buie, squallidi e oscuri vicoli, dando vita a scene dal forte valore simbolico.
Ad occuparsi poi dello stile grafico è stato Yoshitaka Amano, un artista che non ha bisogno di presentazioni e che con le sue
figure eteree riesce ad affascinare fin dal primo fotogramma grazie alla sua cifra stilistica inconfondibile ma allo stesso tempo malleabile e a servizio della storia.
La perdita della fede, il
crollo delle illusioni, la vita e la rinascita, il declino della società moderna sono solo alcune delle tematiche che è possibile evincere dal lungometraggio, le più palesi e intuibili, anche se L'uovo dell'angelo si apre ad una miriade di diverse interpretazioni così come ai personaggi è possibile attribuire più di un significato. È questa, forse, la vera forza di quest'opera: non ti abbandona nemmeno dopo la visione stimolando il pensiero di uno spettatore che fin da subito capisce di dover prestare attenzione ad una simbologia che spazia dal religioso al mistico. Un film per chi non vuole smettere di pensare e interrogarsi, uno specchio nel quale riconoscere brandelli di società moderna in un mare di illusioni.  (di Erika Sciamanna- MoviePlayer)

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Sinossi: Una misteriosa bambina si aggira per una città distrutta e semi-abbandonata, il suo unico scopo sembra essere quello di proteggere uno strano uovo; un giorno incontra un soldato altrettanto enigmatico interessato all'uovo.....

Nei primi anni Mamoru Oshii, dopo aver fatto gavetta presso il celebre studioTatsunoko, si conquista discreta notorietà per aver lavorato alla serie Lamù, prodotto dallo studio Pierrot tuttavia il giovane autore desidera sperimentare maggiormente e nel 1984 con Lamù-Beatutiful Dreamer realizza la sua prima opera veramente autoriale.
Angel's Egg è un film essenziale nei dialoghi, con una sceneggiatura volutamente inesistente o quasi, dove ciò che conta sono le immagini pregne di significato e bellezza; immagini altamente pittoriche e simboliche che presentano svariati significati ed interpretazioni ma nonostante questo è possibile ritrovare una serie di tematiche e stilemi che caratterizzeranno la poetica visionaria del maestro Oshii, ma andiamo con ordine.
Impossibile non citare l'immagine iniziale: primo piano su una mano che fa il gesto di stringere con forza qualcosa ma in realtà il suo palmo è vuoto, tuttavia sentiamo chiaramente il tipico suono del crack inoltre lo sfondo è nero come la pece.
Inizio emblematico e criptico, privo di un significato univoco.

Importantissima e memorabile la messa in scena, incredibilmente affascinante nella sua cupezza.
La ragazzina ed il soldato vagano per una città distrutta che ricorda il ghetto di Varsavia in chiave gotica ma non solo, infatti a tratti si inseriscono stili differenti dal steampunk fino al surrealismo: pensiamo ai pescatori ripresiin silhouette che cacciano dei pesci gigantechi o meglio le loro ombre che si aggirano sui cieli della città.
Interessante anche la regia,  a tratti  minimalista caratterizzata da macchina fissa oppure lenti movimenti, il tutto alternato da veri e propri virtuosismi pregni di significato; pensiamo al finale in cui la ragazzina si getta in acqua e negli istanti precedenti all'impatto si può vedere il suo riflesso -nell'acqua-, in realtà non è lei ma ciò che potrebbe o sarebbe diventata da grande, un qualcosa del genere verrà riproposto in futuro da Oshhi; immagini che alludono ad una sorta di rinascita/mutazione (tematica cardine per il regista).                    (
di Andrea Venuti - FilmTv)
I
l film presenta alcuni stilemi tipici del regista come :
- Tecnologia militare, qui ci troveremo di fronte dei carri armati molto particolari che sembrerebbero essere antropomorfi
- importanza del soggetto femminile, la protagonista è una bambina
- musica solenne tendente al lucubre
- simbolismo religioso (qui presente alla massima potenza)
- velata critica al sistema militare/guerra
- tema della solitudine
- riflessioni filosofiche sul concetto di realtà, pensiamo ad uno dei pochi dialoghi tra il soldato e la ragazzina, in cui il giovane dice:

   «Forse io e te esistiamo solo nel ricordo di una persona che non c'è più. Forse nessuno esiste e fuori c'è solo pioggia...»