In collaborazione con la CINETECA di BOLOGNA
IL CINEMA RITROVATO 2021
"Classici restaurati in Prima Visione"
Il
sito ufficiale
***
I CLASSICI DEL CINEMA
TORNANO IN SALA ***
Prosegue l'iniziativa
della CINETECA di BOLOGNA
con tanti
splendidi film
che hanno fatto la storia del Cinema
LUNEDI' 11
Ottobre Ore 21,00
|
FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
(Á bout de
souffle, Francia/1960) di Jean-Luc Godard
Soggetto: Jean-Luc Godard, François Truffaut.
Sceneggiatura: Jean-Luc Godard. Fotografia:
Raoul Coutard. Montaggio: Cecile Décugis.
Musica: Martial Solal. Interpreti: Jean
Seberg (Patricia Franchini), Jean-Paul
Belmondo (Michel Poiccard), Daniel Boulanger
(l’ispettore Vital), Henri-Jacques Huet
(Antonio Berruti), Roger Hanin (Carl Zombach),
Jean-Pierre Melville (Parvulesco), Van Doude
(il giornalista americano), Liliane David (Liliane).
Produzione: Georges de Beauregard per SNC –
Société Nouvelle de Cinématographie e
Imperia Films. Durata: 90’ Restaurato in 4K
da StudioCanal e CNC – Centre national du
cinéma et de l’image animée presso il
laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire
dal negativo originale
Marzo 1960. À bout de souffle. Avevo
quindici anni. Godard ventinove. Faceva dire
a Belmondo (rivelazione di quell’anno):
“Siamo tutti morti in libera uscita”. Non
sapevo ancora che fosse una citazione di
Lenin, né che Mozart potesse tradurre al
meglio i sentimenti di un anarchico. Ad ogni
modo, 87 minuti dopo ero letteralmente
ridotto all’ultimo respiro, e per sempre
adulto. Godard, allora critico ai “Cahiers
du cinéma”, autore di alcuni cortometraggi,
si ‘impadronisce’ di una breve sceneggiatura
di Truffaut che “non gli piaceva” e gira in
quattro settimane, in interni ed esterni
autentici, a Parigi e a Marsiglia, questo
capolavoro ‘nouvelle vague’. Sartre, Cocteau,
Jeanson gridano al miracolo, ma non sono i
soli. Il grande pubblico decreta il successo
di questa storia illuminata da Jean Seberg.
Michel, un anarchico ladro di automobili,
uccide il poliziotto che lo insegue in moto.
Tornato a Parigi ritrova Patricia, la sua
amica americana, e riesce a ridiventarne
l’amante. La convince a partire con lui per
l’Italia. Ma la polizia ha scoperto la sua
identità e lo sta braccando. Patricia lo
denuncerà e Michel verrà ucciso. Godard
dirà: “È un documentario su Belmondo e
Seberg”. Detto con ironia, è proprio questo:
la discrepanza tra due lingue, psicologica
per Patricia, poetica per Michel; le stesse
parole per un significato diverso. Quando ha
la meglio sulla poesia la realtà si traduce
così: in variazioni sulla morte. Insomma,
fino all’ultimo respiro. Non rivedere questo
film (per la seconda o la centesima volta)
sarebbe, come è stato scritto allora,
privarsi di emozionitra le più belle e forti
che il cinema abbia proposto in questi
ultimi tempi. Jean-Claude Izzo
À bout de
souffle appartiene, per sua natura, al
genere di film in cui tutto è permesso.
Qualsiasi cosa facessero i personaggi,
poteva essere integrata al film. Era il
punto stesso di partenza del film […]
Quello che desideravo fare era partire da
una storia convenzionale e rifare, ma in
maniera diversa, tutto il cinema che era già
stato fatto. Jean-Luc Godard
Tutto il film
era, e credo che sia, un capolavoro. La
storia, il modo di girare, il modo di
montare, il modo di raccontare è stato
veramente rivoluzionario. Ci sono film che
non hanno retto al tempo, non è il caso di À
bout de souffle: un capolavoro che va visto
dalle vecchie e dalle giovani generazioni di
cinefili. Fino all’ultimo respiro è un
film che ha superato la moda.
Marco Bellocchio |
LUNEDI' 25
Ottobre Ore 21,00
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EFFETTO NOTTE
(La
Nuit américaine, Francia-Italia/1973)
di François Truffaut
Sceneggiatura:
Suzanne Schiffman, Jean-Louis
Richard, François Truffaut.
Fotografia: Pierre-William
Glenn. Montaggio: Yann
Dedet. Scenografia: Damien
Lanfranchi. Musica: Georges
Delerue. Interpreti:
Jacqueline Bisset (Julie Baker/Paméla),
Valentina Cortese (Séverine),
Alexandra Stewart (Stacey),
Jean-Pierre Aumont (Alexandre),
Jean-Pierre Léaud (Alphonse),
François Truffaut (Ferrand), Jean
Champion (Bertrand), Nathalie Baye (Joëlle).
Produzione: Marcel Berbert
per Les Films du Carrosse, PECF,
PIC. Durata: 115’
A
Nizza un regista gira la storia di
una sposina che fugge col suocero, e
il set vive la mobilitazione
incrociata di crisi e sentimenti tra
personaggi della finzione e della
realtà. Celebratissimo (premio Oscar
per il miglior film straniero), e il
più sincero e interessante, tra i
film sull’amour du cinéma: Truffaut
rende omaggio a Welles, a Renoir, a
Hitchcock, ma soprattutto dà
splendida messinscena “alla domanda
che mi tormenta da trent’anni: il
cinema è più importante della vita?
[...] Non ci sono intoppi nei film,
non ci sono rallentamenti, i film
vanno avanti come treni nella
notte”. Effetto notte è il
‘film su un film’ per eccellenza, un
vertiginoso gioco di specchi fra
realtà e finzione. “Sei un bugiardo”
scrive Godard al regista dei 400
colpi dopo averlo visto. Ma
cosa sono per Truffaut i film se non
il più meraviglioso degli inganni. |
LUNEDI' 15
Novembre Ore 21,00
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MULHOLLAND
DRIVE
(USA/2001)
di David Lynch
Regia
e sceneggiatura: David Lynch.
Fotografia: Peter Deming. Montaggio:
Mary Sweeney. Scenografia: Jack
Fisk, Peter Jamison. Musica: Angelo
Badalamenti. Interpreti: Naomi
Watts (Betty Elms/Diane Selwyn) Jeanne Bates
(Irene), Laura Elena Harring (Rita/Camilla
Rhodes), Robert Forster (detective McKnight),
Brent Briscoe (detective Domgaard), Maya
Bond (zia Ruth), Justin Theroux (Adam Kesher),
Ann Miller (Coco), Angelo Badalamenti (Luigi
Castigliane). Produzione: Neal
Edelstein, Mary Sweeney, Tony Krantz,
Michael Polaire, Alain Sarde con John
Wentworth, Joyce Eliason per Les Films Alain
Sarde, Asymmetrical Productions, Babbo Inc.,
Canal+, The Picture Factory. Durata:
147’
Restaurato in
4K nel 2021 da StudioCanal presso il
laboratorio Fotokem/Criterion
Mulholland Drive, uno degli
indiscussi capolavori della fase matura
dell’arte di David Lynch, nonostante e forse
proprio attraverso l’ormai celebre
‘enigmaticità’ della sua struttura, possiede
tutti gli ingredienti del ‘romanzo dell’‘abbandono’,
esaltati da un’atmosfera noir
particolarmente in sintonia con un progetto
narrativo così centrato sui sentimenti.
Perché il noir non è solo un genere di
narrazione che fa perno sul delitto, sulla
colpa, sul mistero: al suo interno, si agita
sempre Eros, con la sua cieca forza
distruttiva e i suoi labirinti di passioni.
Comunque si voglia rendere conto della trama
del film, risulta sempre più chiaro, via via
che il film procede verso la sua conclusione
(o retrocede, se si preferisce, verso il suo
punto di partenza), che Lynch ha immaginato
uno spazio onirico, o uno spazio immaginale,
muovendo da una catastrofe sentimentale,
dalla perdita di un Eden amoroso. Due donne
bellissime si amavano, fino al giorno in cui
una delle due ha messo fine alla storia,
imboccando una strada nuova, e lasciando
l’altra sulla sua spiaggia solitaria, nello
strazio interminabile dei suoi giorni
dell’abbandono. (Emanuele Trevi) |
… Classici del cinema
che ritrovano il grande schermo, che ritrovano l’incontro vivo con
il pubblico di una sala cinematografica. Capolavori di ogni tempo (e
senza tempo) che tornano ad essere prime visioni. E di prime visioni
di tratterà a pieno titolo, per le generazioni di oggi: perché è
solo la visione collettiva davanti a un grande schermo che può
recuperare, di questi film, l’autentica bellezza visiva, l’emozione
dirompente, e tutto il divertimento, il piacere, il brivido.
La Cineteca di Bologna promuove insieme al
Circuito Cinema la distribuzione di una
serie di dieci grandi film nelle sale del
Circuito Cinema, diffuse sull’intero
territorio nazionale. si tratta, in tutti i
casi, di film restaurati con tecnologia
digitale negli ultimi anni, riportati quindi
a uno splendore e a una nitidezza visiva mai
raggiunti prima: in tutti i sensi, prime
visioni. I film saranno presentati in
versione originale con sottotitoli italiani.
Basta aver assistito una sola volta alla proiezione di un grande
film restaurato in un festival o rassegna internazionale per
rendersi conto di quanto l’esperienza risulti coinvolgente per un
ampio pubblico. Le visioni televisive (peraltro sempre più rare!) o
su dvd (peraltro di qualità spesso modesta) vengono spazzate via
dalla presenza viva delle immagini su un vero schermo. |
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