Tutti conoscono Banksy. E
in tanti lo amano. È talmente noto che il termine "the Banksy effect"
è diventato ormai un detto comune. L'"effetto Banksy" ha spopolato
da anni e non cessa di espandersi. Lo street artist inglese è di
fatto patrimonio della cultura e dell'immaginario popolare
collettivo come una pop star, o come un politico. Banksy. L'arte
della ribellione il film diretto da Elio España, è una riprova
che di questa figura, ormai non più così misteriosa, c'è sempre
qualcosa da raccontare.
A differenza di altri film come
Exit through the gift shop,
diretto dall'artista stesso, ma che rimane un escamotage per narrare
un altro provocatore quale è Mr. Brainwash con le sue dubbie opere,
o l'italiano
L'uomo che rubò Banksy di
Marco Proserpio dello scorso anno,
che si concentra sull'opera "rubata" da un muro - ora famosissimo -
in Palestina, Banksy - L'arte della ribellione cerca di
addentrarsi nella figura del graffitaro in maniera più approfondita.
Il documentario infatti utilizza l'artista di Bristol per sviluppare
una sintesi sulla storia dell'Inghilterra attraverso alcuni
capisaldi socio-politico-culturali. Dagli allarmanti movimenti in
strada del 1979, dove i giovani attuavano una rivoluzione contro il
bigottismo e le catene comportamentali di Margaret Tatcher, alla
nascita delle varie sottoculture underground che facevano capolino
dalle discoteche e dai locali inglesi in cui iniziava a farsi
sentire la musica punk, e poi quella tecno insieme alle varie
sperimentazioni chimiche legate agli acidi e alla LSD, fino allo
scoppio delle mode accreditate dal pubblico e dalla massa. E Banksy
era li, acuto osservatore e ironica cartina tornasole.
Nato a fine degli anni Settanta, cresciuto negli Ottanta e,
attraverso le sue prime azioni con le più note crew di graffitari
della periferia inglese - Bristol, la sua città, rimarrà sempre la
matrice principale -, attivo dalla fine degli anni Novanta, Banksy
si fa via via conoscere con un semplice gesto: unire all'immaginario
generico un messaggio chiaro e semplice che possa essere da tutti
compreso.
Con una bravura stilistica riconoscibile: era il più talentoso nel
dipingere "free hand", a mano libera, in velocità. L'arte di strada
non è più nascosta tra i treni dove si rischia la vita per
dipingere, o sui muri più segreti delle strade darkettone della
Londra postindustriale, ma viene spostata in centro, alla mercè di
tutti. Banksy, così come raccontano testimoni attivi del mondo dei
graffiti inglese, tra cui il mitico Eine - quello delle "letterone"
circus colorate per le strade di Londra -, Alan Ketz, Scape Martinez,
fino al suo manager Steve Lazarides, ha una rapida evoluzione sia
nella street art, di cui sovverte un po' le regole, che nel mercato
dell'arte. (MyMovies) |