Obiettivo 'Ambiente'

* Lunedì 7 Ottobre
ANTROPOCENE - L'EPOCA UMANA

* Lunedì 4 Novembre
LA FATTORIA DEI NOSTRI SOGNI


 

Lunedì  7 Ottobre

 

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Un’esperienza provocatoria e indimenticabile
dell’impatto della nostra specie sulla Terra


Una testimonianza potentemente visiva di come l’uomo ha operato sull’ambiente negli ultimi 100 anni, tanto da far parlare di una nuova epoca geologica: l’Antropocene. Attraverso il lavoro di Edward Burtynsky, uno dei più grandi fotografi paesaggisti al mondo, un viaggio attraverso i deserti, le montagne, le foreste, le profondità degli oceani su cui incombono i segni sempre più incisivi dell’uomo, dall’urbanizzazione incontrollata allo sfruttamento selvaggio del suolo.
Un rigoroso affresco, supportato da un team di scienziati e realizzato con strumenti di ripresa avanguardistici, che affascina e al contempo fa riflettere sul tema sempre più urgente della conservazione del nostro habitat.


Una meditazione visivamente straordinaria su come l’uomo sia diventato la “forza naturale” più determinante nella trasformazione degli equilibri del pianeta.

Siamo entrati in una nuova epoca geologica? Il nuovo film di uno dei più acclamati landscape photographer, Edward Burtynsky, con i pluripremiati Jennifer Baichwall e Nicholas de Pencier, sintetizza il lavoro decennale dell’Anthropocene Workgroup, un ensemble multidisciplinare e transnazionale di scienziati che stanno ricercando i segni inconfutabili di come dall’Olocene il nostro pianeta stia entrando nell’epoca dell’Antropocene. Un viaggio attraverso tutto il mondo realizzato con tecniche fotografiche avanguardistiche per prendere coscienza della responsabilità della specie umana nel plasmare il destino del proprio habitat.

Regia: Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier, Edward Burtynsky
Voce narrante italiana: Alba Rohrwacher
Voce narrante originale: Alicia Vikander
 
Genere: Documentario/Ambiente 
Durata: 87 minuti
Produzione: Canada
Edizioni: Italiano - Originale con sottotitoli

Da contemplare sul più grande schermo possibile.
Seduce lo sguardo per convincerci ad agire prima che sia troppo tardi.

  • Visivamente spettacolare, con immagini incredibili, sia aeree che subacquee

  • Un film di grandissima attualità, che mostra le criticità legate al crescente dibattito sull’ambiente, utilissimo a creare approfondimenti attorno ai singoli capitoli trattati

  • Molte associazioni e gruppi hanno deciso di sostenere l’uscita, con disponibilità a organizzare incontri e attività di approfondimento 
     


Lunedì  4 Novembre

 

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Film documentario girato da John Chester nell’arco di 8 anni
e diventato un caso eclatante al box-office americano


Genere: Documentario/Ambiente                                     
Durata: 91 minuti
Produzione: Usa

 

Il film racconta l’incredibile storia vera di John e Molly Chester, coppia in fuga dalla città per realizzare il sogno di una vita, quello di costruire dal nulla un’enorme fattoria seguendo i criteri della coltivazione biologica e di una completa sostenibilità ambientale. Tra mille difficoltà, momenti esaltanti e cocenti delusioni, i due protagonisti impareranno a comprendere i ritmi più profondi della natura, fino a riuscire nella loro formidabile impresa.

Uscito a maggio in America in sole 5 sale, grazie al passaparola e alle critiche eccezionali La fattoria dei nostri sogni ha raggiunto ben 285 schermi, scalando la classifica degli incassi e contagiando sempre più spettatori con il suo ottimismo e la sua visione luminosa ma mai banale di Madre Natura. Oggi Apricot Lane, questo il nome della fattoria, si estende per oltre 200 acri e raccoglie circa 850 animali e 75 varietà di coltivazioni biodinamiche. Dal dicembre 2015 ospita anche Beauden, il primo figlio di John e Molly.

“Abbiamo girato 365 giorni all’anno per quasi 8 anni”, ricorda il regista John Chester. “In questa avventura c’è stata una tensione costante per me tra i bisogni della fattoria e quelli del film. La cosa bella della natura e di una fattoria, in ogni caso, è che hanno dei ritmi propri e si può prevedere in anticipo cosa sta per succedere. Si tratta di osservare e stare lì ad aspettare che accada qualcosa. Questa è ovviamente la formula perfetta per girare un documentario sulla natura ma è buffo che valga anche per mandare avanti una fattoria: osservare e giocare d’anticipo. Ed entrambi richiedono una certa dose di umiltà. La vera sfida per me è stata poi la decisione di filmare anche tutti i problemi che stavamo vivendo e gli errori che abbiamo commesso… Ho dovuto mettere da parte il mio orgoglio ma sono felice del risultato finale, perché il film è molto più credibile e coinvolgente”.

“È stata un’esperienza molto dura e piena di imprevisti – afferma Molly Chester, chef, moglie di John e sua compagna d’avventura - ma ha risvegliato in me una connessione con la natura di cui neanche ero a conoscenza. E questo è davvero straordinario. La lezione più importante che ho imparato è che conquistare e sradicare non sono strategie vincenti: collaborazione e comprensione lo sono. C’è sempre qualcosa che causa “problemi” nel rapporto con la natura, ma in realtà non sono problemi. Sono solo un modo in cui la terra ti sta spiegando quali sono le sue necessità, un gradino in più per raggiungere un’armonia più grande”. “Spero che il film sia visto soprattutto dai più giovani”, conclude John. “E spero che il pubblico capisca, come abbiamo capito noi, che una collaborazione con la natura offre infinite possibilità, che a volte siamo troppo distratti per vedere. La natura ha tutte le risposte di cui abbiamo bisogno”.